Ibrida a metano/gpl: si può omologare, lo dice il Ministero
21/12/2013 - daniele.pizzo
Qualcuno c’è riuscito e con risultati pare ottimi realizzare un’auto ibrida a gas, metano o GPL che sia. Ma l’iter per il collaudo di una ibrida convertita con impianto adattato alla bisogna non era molto chiaro per le MCTC, alcune delle quali si sono opposte. A fare luce sulla questione ci ha pensato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la circolare n. 4328 del 15 novembre 2013 dal momento che, recita la nota, “Risultano sempre più numerose le richieste di trasformazione dell’alimentazione di veicoli ibridi ad alimentazione GPL/CNG”.
La circolare del Ministero chiarisce una volta per tutte che il collaudo da parte degli Uffici Provinciali della Motorizzazione Civile dei veicoli ibridi sui cui è stato installato un impianto a metano o GPL segue le medesime procedure delle auto a benzina, ovvero quelle stabilite con le circolari 12816/23.36.14 e 9/2/2009 e le successive modifiche. Per costruttori e impiantisti c’è poi un altro chiarimento che dovrebbe facilitare le cose: si può estendere l’omologazione di un impianto progettato per una vettura con motore tradizionale alla analoga corrispondente versione ibrida.
Intanto le Case rimangono in attesa di commercializzare una ibrida a gas omologata in origine. Gli unici modelli esistenti sono a GPL ma disponibili solo in Corea del Sud e sono la Hyundai Avante LPI HEV e la Kia Forte LPi Hybrid, entrambe equipaggiate con un motore termico di 1.591 cc e 114 CV alimentato a GPL abbinato ad un cambio a variazione continua CVT e ad un motore elettrico da 20 CV. Sul fronte delle ibride a metano, ad oggi inesistenti sul mercato, il maggiore costruttore di auto ibride, Toyota, si è limitato a presentare la concept Surfrider Camry Hybrid CNG al Salone di Los Angeles del 2008, mentre risale al 2002 il prototipo Fiat Multipla Gasdriver che prometteva un risparmio nei consumi compreso tra il 35% ed il 50% rispetto ad una analoga motorizzazione 1.6 benzina tradizionale.