L’auto elettrica? In Giappone piace “micro”
20/07/2013 - daniele.pizzo
Si sa che in Giappone hanno la fissa della miniaturizzazione e non solo dei componenti elettronici. Unico paese al mondo in cui circolano le “kei car”, adesso il Ministero dei Trasporti sta pensando di applicare lo stesso concetto che ne ha decretato il successo a partire dal dopoguerra anche alle micro auto elettriche che sono allo studio di tutti i costruttori nazionali. Intanto cominciano a circolare le prime, come la Honda Micro Commuter Prototype β (Beta), una vetturetta elettrica in grado di ospitare un guidatore e fino a due bambini (o un adulto) che è l’evoluzione del prototipo Micro Commuter Concept presentato al Tokyo Motor Show 2011.
Una flotta Honda Micro Commuter Prototype β verrà impiegata a partire dall’autunno nella Città di Saitama grazie ad un accordo tra Honda e la municipalità locale che prevede un test a lungo termine al fine di valutare le necessità e i vantaggi dell’adozione delle microvetture elettriche su larga scala in ambiente urbano, inclusi un potenziale sistema di car sharing e di trasporto merci. La Micro Commuter Prototype β è lunga 2,5 metri, grazie ad un motore elettrico da 15 kW raggiunge una velocità massima di 80 km/h e le sue batterie agli ioni di litio si ricaricano in meno di 3 ore.
Il progetto che lega Honda alla città di Saitama non è il primo di questo genere avviato dal costruttore giapponese. Altre partnership sono state infatti siglate nei mesi scorsi con la prefettura di Kumamoto e la città di Miyakojima, dove nei prossimi mesi partiranno dei programmi di studio analoghi. Se i costruttori nipponici dovessero riscontrare il favore dei connazionali, presto le loro micro auto elettriche potrebbero arrivare anche in Europa dal momento che vetture come la Honda Micro Commuter Prototype β sono state progettati sin dall’inizio per rispettare la normativa europea sui quadricicli elettrici leggeri di categoria L7.