Brutto colpo per le elettriche, Better Place chiude i battenti
27/05/2013 - daniele.pizzo
Stazioni di servizio in cui sostituire in meno di tre minuti la batteria scarica di un’auto elettrica con una carica. A poco più di cinque anni dal lancio l’uovo di Colombo del magnate israeliano Shai Agassi e della sua Better Place, che con questo ingegnoso quanto semplice sistema prometteva di eliminare i lunghi tempi di ricarica delle odierne auto elettriche, si è rotto: Better Place ha depositato infatti istanza di fallimento, una mossa decisa dai numerosi investitori di fronte ad un buco da 565 milioni di euro e al mancato decollo di un’iniziativa rimasta promettente.
Tanto promettente da guadagnarsi fondi pubblici e privati per circa 850 milioni di euro da investitori esigenti come General Electric, le banche Morgan Stanley, UBS, HSBC e la Banca Europea per gli Investimenti e la fiducia dell’allenza Renault-Nissan che aveva fornito i sui modelli elettrici da “ricaricare” nelle prime stazioni sperimentali “quick drop” Better Place per le flotte aziendali private e di enti pubblici. La prima era stata inaugurata in Israele nel 2007, a cui erano seguite quelle di Danimarca, Australia, Hawaii, Giappone, Cina e Olanda. Ieri la dichiarazione del board di Better Place, dal quale lo stesso Agassi era stato estromesso lo scorso ottobre: “Nonostante gli sforzi, i ricavi non bastano a coprire i costi”, recita la nota ufficiale sulla decisione di mettere in liquidazione la start up.
Il naufragio di Better Place però non mette ansia a Renault, che ha voluto precisare la sua posizione assicurando che “la rete Renault in Israele e Danimarca continuerà ad fornire i servizi post-vendita per la Fluence Z.E.”, aggiungendo che la “decisione di Better Place non mette in discussione la strategia dell’Alleanza Nissan-Renault che è leader mondiale nel settore dei veicoli elettrici, i cui volumi continueranno a crescere mese dopo mese”.