Auto elettriche: è caccia aperta per il litio delle battarie
14/02/2010 - Nicola Ventura
Tutti usiamo telefoni cellulari, lettori mp3, fotocamere digitali e computer portatili, ma pochi sanno che per farli funzionare è necessario un elemento che si nasconde nelle acque salmastre dei grandi deserti di sale: il litio.
Con questo metallo leggero vengono infatti fabbricate le batterie ricaricabili, leggere e potenti, che alimentano molti dispositivi elettronici. Oltre che per le sue svariate applicazioni in campo tecnologico e farmacologico, il litio in futuro potrebbe essere fondamentale anche per l’industria automobilistica, in quanto elemento chiave per la realizzazione di batterie per le automobili elettriche.
Boom della domanda – Il litio – il più leggero dei metalli, soffice e di color argento – venne scoperto nel 1817 in Svezia da Johann Arfvedson all’interno di un minerale, ma l’elemento non venne isolato fino a quando William Thomas Brande e Sir Humphrey Davy impiegarono l’elettrolisi, mentre la produzione commerciale iniziò solamente nel 1923. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, la produzione di questo metallo è cresciuta notevolmente, divenendo un bene secondario utilizzato in piccole quantità nelle leghe conduttrici di calore e in medicina come stabilizzante dell’umore. Negli ultimi anni la domanda è salita alle stelle a causa dell’aumento degli apparecchi digitali che fanno uso di batterie agli ioni di litio.
Alto potenziale – Grazie alla maggiore densità di energia in rapporto al peso, a una vita più lunga e all’assenza di effetto memoria, questo tipo di batterie sono ormai diventate la prima scelta nella maggior parte dei dispositivi elettronici, senza contare che sono parte integrante dei piani dell’industria automobilistica per ridurre l’uso di combustibili fossili con una massiccia introduzione di veicoli elettrici. Si stima infatti che nel 2015, il 10% delle auto nuove useranno energia accumulata nelle batterie al litio, percentuale che salirà al 20% nel 2020. Il potenziale del litio, che si propone come uno dei prodotti più strategici del pianeta, è quindi strettamente legato alla rivoluzione “verde” del settore dell’automobile.
Scorte sufficienti – Riguardo al futuro dei veicoli elettrici, da qualche tempo su alcuni siti web si va diffondendo una leggenda secondo cui non ci sarebbe tanto litio da soddisfare la richiesta dei futuri costruttori di auto elettriche. A dispetto di queste voci, il sistema è già pronto per una produzione annua pari a circa 40’000 tonnellate, di cui un quinto utilizzato per gli accumulatori di energia, il che si traduce in circa 6,1 milioni di batterie pronte per accumulare 74 milioni di kWh. Almeno teoricamente non dovrebbero quindi esserci problemi di sorta, non soltanto per produrre veicoli elettrici a batteria in quantità, ma addirittura per sfruttare il litio come base per alcune tipologie di accumulo ad uso stazionario.
Produzione in crescita – Dal 1998 ad oggi il prezzo per tonnellata del litio è salito del 238% e, secondo lo U. S. Geological Survey, la produzione a livello mondiale continua a crescere ad un ritmo di circa il 7% annuo. Tale aumento, che al momento è in stand by a causa della recessione mondiale, è pronto a ripartire velocemente in qualsiasi momento dovesse rendersi necessario realizzare batterie in quantità. I grandi costruttori di automobili, alleati con i più importanti produttori del settore dell’elettronica, si stanno muovendo rapidamente per discutere collaborazioni con gli esponenti di paesi che posseggono ricchi giacimenti minerari, come Bolivia, Argentina e Cile, che possiedono il 90% delle riserve di litio del pianeta.
L’Eldorado boliviana – Intorno al litio si è scatenata una vera e propria guerra commerciale. Campo di battaglia la Bolivia, più precisamente lo sterminato lago prosciugato di Salar de Uyuni, una distesa di 10’000 km quadrati nel sud ovest del paese dove si ritiene si trovi quasi la metà delle riserve mondiali di litio commercialmente sfruttabili. Una nuova Eldorado sulla quale il presidente Evo Morales, consapevole del fatto che si tratta di un elemento determinante per la crescita del proprio paese, vuole avere il pieno controllo, evitando che siano solamente le imprese straniere a trarne profitto. È dunque in questa regione andina che potrebbe modificarsi l’assetto geopolitico del pianeta e in cui si tracciano le vie per il futuro dell’umanità.
Fonte: http://info.rsi.ch