Balcani a metano: 1 – Premessa… e che il viaggio abbia inizio!
10/12/2013 - guido.guerrini
Quando nell’ottobre 2013 abbiamo effettuato questo viaggio e abbiamo raccolto la documentazione relativa a tutti i distributori di metano della ex Jugoslavia, il nostro obiettivo era raggiungere la Grecia per una delle gare del Campionato del Mondo per auto ad energia alternativa organizzato dalla FIA.
Le nostre osservazioni erano tuttavia cominciate molto prima, in viaggi precedenti durante i quali abbiamo avuto modo di notare il crescente numero di veicoli a metano che circolavano per le strade dei Balcani.
Con le informazioni acquisite in questi sopralluoghi ci ponevamo il dubbio se fosse possibile raggiungere, usando solo il metano (nelle lingue locali indicato come “metan” o con l’acronimo “cng”), due città molto lontane dall’Italia e al limite del continente europeo: Istanbul e Atene.
Di conseguenza tutti i resoconti che pubblichiamo sono finalizzati a due diversi obiettivi: da un lato il lungo viaggio fino alle due destinazioni finali; dall’altro, l’ipotesi di un turismo ecosostenibile con visita di tutte le città dell’ex Jugoslavia dotate di stazioni di rifornimento di metano.
Quando abbiamo proposto questo approfondimento agli amici di Ecomotori abbiamo trovato fin da subito una risposta positiva, e il consueto entusiasmo, da parte di Monica e Nicola.
Abbiamo fatto questo resoconto con la speranza che molti di coloro che lo leggeranno si appassionino alla storia dei Balcani ed in particolare modo a quella degli stati sorti dalle ceneri della Jugoslavia. In questo angolo di Europa si respira un’aria diversa, l’aria della rinascita dopo delle guerre devastanti e una conseguente lenta crescita del benessere.
Allo stesso tempo la percezione dei difficili rapporti tra gente che parla la stessa lingua e che fino a venti anni fa viveva assieme, ci fa comprendere come nel giro di poco tempo, per un improvviso accendersi di nazionalismi, uno Stato possa collassare ed esplodere in conflitti interetnici di crudeltà e violenza inimmaginabile.
Fortunatamente gran parte delle persone nate o cresciute dopo gli anni ’90 ha superato queste problematiche, ed oggi è facile che ad un concerto musicale di Belgrado si possano incontrare ragazzi provenienti anche da Croazia, Slovenia, Bosnia, Macedonia o Montenegro. Solo il cammino verso l’integrazione europea potrà far cadere di nuovo quei confini nati col sangue di oltre 130.000 persone (stima al ribasso), alle quali questo piccolo lavoro vuole essere dedicato.