L’auto di Google è elettrica
05/06/2014 - daniele.pizzo
Dopo circa quattro anni di ricerca l’auto a guida autonoma di Google ha finalmente un volto. Certo, è ancora un prototipo e secondo le stime di Big G ci vorranno ancora due anni prima che sia pronta per poter scarrozzare per le strade i suoi passeggeri che saranno liberi di pensare ad altro piuttosto che di manovrare leve, pedali e volante, ma la piccola “Google self-driving car” (il nome definitivo verrà scelto più avanti) rischia di diventare una vera rivoluzione copernicana nel mondo della mobilità.
E’ piccola come una minicar, ha due posti ed un motore elettrico dalle specifiche tecniche ancora sconosciute (se non che la velocità massima è limitata per ragioni di sicurezza a 40 km/h) comandato da sensori che sono in grado di vedere a 360° tutto quanto accade intorno fino alla distanza di due campi da calcio. Dentro ci sono un pulsante per l’avviamento ed uno per lo spegnimento e lo schermo del navigatore che visualizza il tragitto. Non serve altro, anche se per i 100 prototipi che verranno impiegati nei prossimi due anni dai collaudatori di Google in scenari reali sono previsti comandi manuali “ausiliari” se dovesse rendersi necessario l’intervento umano.
Il fatto che sia un’auto elettrica poi, smarca il gigante di Mountain View da quanto stanno facendo tutti gli altri grandi costruttori “puri” (Volvo, Nissan, Mercedes-Benz, Ford e Toyota) che stanno sviluppando la propria auto a guida autonoma intorno a motorizzazioni tradizionali o, al più, ibride. L’auto di Google che si guida da sola è invece al 100% elettrica, per svariati motivi: innanzitutto perché è la creazione di una delle aziende più tecnologicamente avanzate al mondo e il fatto di impiegare una tecnologia vecchia di oltre 100 anni per quanto ancora validissima come il motore termico sarebbe visto piuttosto male dai suoi clienti ed investitori, specialmente in California che è la patria dell’auto elettrica e dove Google, come è arcinoto, ha sede. E poi perché il motore elettrico permette di realizzare una vettura più piccola rispetto agli standard USA.
La “Google car” infatti non sarà adatta ai lunghi viaggi e a trasportare famiglie numerose come vuole la fetta più grande del mercato USA dell’automobile, ma ad un uso cittadino e quasi individuale. Caratteristiche che corrispondono a quelle dell’utenza “senior”, spesso trascurata dai costruttori di auto tradizionali: i focus group ai quali Big G ha sottoposto la sua vettura sono infatti perlopiù composti da gente avanti con gli anni, con ridotte possibilità di movimento se non addirittura non vedenti. A queste persone la “Google self-driving car” potrà finalmente regalare la libertà di movimento negata dalla data di nascita.