Audi: il futuro della mobilità è l’elettrico
20/11/2010 - Nicola Ventura
Nella strategia ad ampio raggio messa a punto dalla Casa dei quattro anelli, l’elettrificazione dei propulsori riveste un ruolo di centrale importanza. Le nuove vetture ibride ed elettriche costituiscono uno dei capisaldi della strategia Audi che contribuirà
anche a definire quale sarà, in generale, la mobilità del futuro.
La Audi ha già compiuto i primi passi nel campo della mobilità elettrica.
Diversi modelli di serie adottano già sistemi Start&Stop e di recupero dell’energia in frenata che ne fanno delle vetture micro-ibride a tutti gli effetti.
Derivate dal sistema d’efficienza modulare, queste tecnologie hanno permesso al Marchio di abbattere drasticamente i consumi e le emissioni di CO2 della propria flotta.
La mossa successiva della Audi sarà il lancio della Q5 hybrid quattro la cui produzione in serie partirà nel corso del 2011. Dotata di due propulsori, la Q5 hybrid quattro è un ibrido parallelo ad alta efficienza e all’avanguardia della tecnica. Abbinato a un motore elettrico alimentato da una batteria compatta agli ioni di litio, il motore a combustione della Audi Q5 hybrid quattro, un 2.0 TFSI, lavora in maniera flessibile e intelligente.
La Audi Q5 hybrid quattro sviluppa una potenza di 245 CV (180 kW) e una coppia di ben 480 Nm. Il nuovo modello di punta della gamma Q5 accelera da 0 a 100 km/h in 7,1 secondi e raggiunge una velocità massima di 222 km/h. Nella modalità elettrica, il SUV ibrido sportivo è in grado di coprire una distanza pari a 3 km a una velocità massima di 60 km/h. I consumi sotto i 7 litri ogni 100 km corrispondono a emissioni di CO2 inferiori a 160 grammi per chilometro.
Gli elementi della catena cinematica della Q5 hybrid quattro sono quelli previsti dal sistema modulare longitudinale già adottati su altri modelli Audi con motore montato longitudinalmente come, ad esempio, la nuova Audi A8, la futura A6.
Più di 20 anni d’esperienza nel campo delle auto ibride
La Audi vanta più di 20 anni d’esperienza nel settore della tecnologia ibrida. Già nel 1989 la Casa di Ingolstadt lanciò la prima generazione della Audi duo, uno studio tecnico su telaio Audi 100 Avant. Le ruote anteriori erano spinte da un cinque cilindri a benzina e quelle posteriori da un motore elettrico inseribile da 12 CV (9 kW). L’energia veniva accumulata da batterie al nickel-cadmio. Due anni più tardi, la Audi ripropose un’altra versione della duo su telaio Audi 100 Avant quattro.
Nel 1997 la Audi fu il primo produttore di automobili europeo a costruire una vettura ibrida in piccola serie: la Audi duo su telaio A4 Avant. La spinta propulsiva era affidata a un motore TDI 1.9 90 CV (66 kW) e a un propulsore elettrico raffreddato ad acqua da 29 CV (21 kW) alimentato da una batteria al gel di piombo posizionata sulla parte posteriore. Entrambi i gruppi propulsori servivano ad azionare le ruote anteriori.
Come i due precedenti studi, anche la duo di serie seguì l’avveniristico concept del plug-in con batteria ricaricabile a una normale presa. Il motore elettrico era anche in grado di recuperare l’energia frenante in fase di decelerazione. Nella modalità elettrica, la duo raggiungeva una velocità di 80 km/h e, grazie al TDI, arrivava a una velocità massima di 170 km/h. Si trattava di una soluzione molto moderna per quell’epoca, addirittura troppo avanzata per un mercato non ancora pronto ad accoglierla.
Guidare con l’energia elettrica: i modelli e-tron
Parallelamente alla tecnologia ibrida, la Audi sviluppa oggi i modelli e-tron, una famiglia di vetture in grado di circolare in modalità elettrica sulle lunghe percorrenze, che includeranno anche degli ibridi plug-in. L’idea di fondo è offrire in chiave moderna e intelligente una nuova forma di piacere di guida e di dinamismo. Sebbene i modelli e-tron della Audi siano ancora molto giovani, hanno già personalità ben definite. Il primo modello e-tron ha debuttato nel settembre 2009 al Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte IAA: i quattro propulsori elettrici della supersportiva sviluppano nel complesso 313 CV (230 kW). La biposto scatta da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi, la velocità è limitata elettronicamente a 200 km/h.
La batteria agli ioni di litio accumula 53 kWh di energia, abbastanza per garantire un’autonomia di circa 250 km. I tempi di ricarica completa da una presa elettrica a corrente trifase sono di circa 2,5 ore. La formula a quattro motori singoli consente di azionare ogni ruota singolarmente e permette di gestire ciascuna di esse con la massima precisione. Questa forma di “torque vectoring” costituisce un nuovo livello evolutivo del principio quattro: l’e-quattro, per l’appunto.
Al Motor Show di Detroit del 2010 è stato presentato un altro studio e-tron, ovvero una biposto leggera e compatta con due propulsori elettrici sull’asse posteriore che sviluppano nel complesso una potenza di 204 CV (150 kW). La più giovane della famiglia è la dinamica e-tron Spyder, protagonista del Salone di Parigi del 2010. La sua batteria può essere ricaricata con una normale presa; due motori elettrici sviluppano nel complesso una potenza di 87 CV (64 kW) che va ad azionare le ruote anteriori. Dietro il vano passeggeri è montato un 3.0 TDI a sovralimentazione biturbo con una potenza di 300 CV (221 kW) e una coppia di 650 Nm trasmesse alle ruote posteriori dal cambio a 7 rapporti S tronic.