Metanauto 2018 – Day 2: BioMetano
23/11/2018 - Nicola Ventura
La seconda giornata di convegni a Metanauto 2018 è stata dedicata al tema “Biometano, la nuova frontiera dell’ecosostenibilità”.
Dopo il focus di Attilio Tonolo – Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo -sulle materie prime per l’alimentazione degli impianti di produzione biometano, l’argomento del giorno è stato affrontato da importanti attori del settore, a partire da Snam4mobility.
“I consumi del gas stanno aumentando – sottolinea Andrea Ricci, Vice Presidente di Snam4mobility– sia per la produzione di energia elettrica sia per il riscaldamento. Stimiamo un consumo di gas al 2030 tra i 69 e i 78 miliardi di metri cubi, soprattutto per uso civile e termoelettrico. Ma l’aumento maggiore è previsto nel campo dei trasporti, oltre 10 miliardi di metri cubi. Con numeri di questo genere, almeno un terzo degli autotrasporti potrebbe passare al biometano. Per quanto riguarda l’elettrico Ricci ricorda che “non è vero che non produce polveri sottili, non dal tubo di scarico, certo. Ma la maggior parte del particolato nelle auto moderne viene dai freni e dallo sfregamento dei pneumatici sull’asfalto, in ogni caso il mercato è molto ampio e non ha senso mettere in competizione il metano e l’elettrico”.
Pietro Mattirolo di Agroenergia ha invece ribadito la necessità di incentivare il mercato delle auto a metano. “Il mercato delle auto a metano è in stallo, non cresce e anzi rischia di fare passi indietro. Questo perché da un lato non c’è aiuto da parte delle istituzioni pubbliche e dall’altro risente degli effetti della bolla dell’elettrico. Bisognerebbe fare crescere la domanda. Ad oggi ha molto successo la produzione di biometano da frazione organica dei rifiuti solidi urbani, mentre c’è un mancato sviluppo del biometano agricolo, che rappresenta due terzi del mercato potenziale. E senza quello è difficile fare grandi numeri”.
Un interessante momento di confronto si è avuto durante la prima delle tavole rotonde previste durante la giornata e che ha avuto come protagonisti: Piero Gattoni, CIB – Consorzio Italiano Biogas; Alessandro Canovai, CIC – Consorzio Italiano Compostatori; Francesco Maria Ciancaleoni, Coldiretti; Ezio Veggia, Confagricoltura e Katiuscia Eroe, Legambiente. Se da una parte sono stati analizzati gli innegabili vantaggi insiti in questo settore, nonostante le criticità che tuttavia saranno presto superate – come sottolineato da Gattoni del CIB -, è apparsa evidente la necessità di diffondere cultura tra la popolazione: questa, se è correttamente informata e se gli impianti sono costruiti a norma, non potrà che accogliere con entusiasmo tali tecnologie.
Molti gli interventi che hanno animato il Centro Congressi di Fico: a illustrare ai presenti la propria attività BTS Biogas Srl, Envitec Biogas Srl, Pietro Fiorentini SpA, BIT SpA, Aspro Italy S.R.L., Criotec Impianti, tutte realtà che rappresentano una eccellenza italiana per la filiera produttiva del biometano. Grande spazio è stato riservato durante la giornata alle Universita: Vincenzo Mulone, Università di Roma “Tor Vergata”, ha esposto gli esiti delle sue ricerche sul gas naturale per autotrazione; mentre Carlo Maria Bartolini di S.TRA.TE.G.I.E. (spin-off dell’Università Politecnica delle Marche) ha illustrato nel dettaglio i parametri che qualificano un sistema per il BioGNL.
Il dibattito è proseguito quando sul palco si sono incontrati, per dialogare sul futuro dei carburanti virtuosi: Assopetroli, Federmetano, NGVA Europe, Unione Petrolifera, Regione Emilia Romagna e Volkswagen Group Italia. “Guardiamo con estrema attenzione all’evoluzione del settore”, ricorda ai presenti Giovanni Turriziani di Assopetroli; mentre Marina Barbanti dell’Unione petrolifera premette: “Il biometano è una delle nuove soluzioni, non l’unica. Il nostro approccio è neutrale, ma siamo sorpresi che l’Emilia-Romagna vanti un’altissima quota di immatricolazioni alternative, tra gpl, metano o ibridi: il 19%, contro il 9% dell’Italia e il 6,5% dell’Europa”
Stefano Sordelli di Volkswagen Italia puntualizza: “Il futuro non è esclusivamente di una tecnologia. La componente a metano è fondamentale nella nostra strategia. È innegabile che il metano sostenuto dalle attuali tecnologie consente già di gestire anche distanze medio-grandi: l’importante è che la rete distributiva vada di pari passo; aiuterebbe molto una regia centrale in termini di delibere e leggi che, invece, attualmente cambiano da Comune a Comune”.
Dalla tavola rotonda ne esce una Emilia-Romagna virtuosa: “Siamo una delle regioni più metanizzate, non solo per usi civili e industriali ma anche per indotto nel manifatturiero. È una terra che si è dotata di strutture innovative, tramite la sua rete ad alta tecnologia, e che sta continuando a investire sulla conoscenza all’insegna dell’incrocio tra comunità scientifica e imprese”, ha riferito Paola Gazzolo- Assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna. Paola Gazzolo, inoltre, ricorda che “sul biometano lavoriamo già dal 2010, con un primo progetto sfornato nel 2013: e qui in Emilia-Romagna sono già stati inaugurati due impianti a tema, quello Hera a Sant’Agata Bolognese e quello Aimag a Massa Finalese, fondati sul riciclo dell’organico. Se facessimo l’upgrading di tutto il biogas che abbiamo in Emilia-Romagna ne deriverebbero 340 milioni di metri cubi di biometano, che potrebbero alimentare tutti i trasporti a metano pubblici e privati di questa regione”.
Terminata la tavola rotonda, è stato il momento dell’assessore alla Mobilità del Comune di Bologna Irene Priolo: “Abbiamo seri obiettivi al 2030 e al 2050, continuiamo sulla strada della pianificazione. Gli operatori, a loro volta, non devono solo aspettare che ci siano incentivi nella pianificazione nazionale, devono essere essi stessi l’incentivo. Temo, però, che ci siano problemi di scorta di magazzino di auto Diesel che non sanno come smaltire. È un tema che ci ricorda che siamo in un ecosistema molto più grande della sola dimensione ambientale”.